Restauro mito racing 1991 - di Daniele Carloncini -

La mito racing del’91 è sempre stata la 125 che ho desiderato, ma a 16 anni le risorse sono scarse quando vai a scuola, quindi dovetti ripiegare su qualcosa di più economico e usato. Il tarlo però ha sempre lavorato dentro e finalmente si è manifestato. Trovato il modello e le condizioni che mi interessavano, ho preso e fatto l’acquisto.

 L’ho presa già smontata in quanto avevo in mente di restaurarla “a nuovo” come se la stessi comprando nuova, quindi mi sono trovato del lavoro già fatto dato che la moto era un restauro iniziato ma non portato a termine. In realtà sono parecchi i pezzi che hanno soltanto subito una profonda pulizia o lucidatura. Le carene ad esempio erano già messe bene e con gli adesivi ancora suoi. Soltanto il serbatoio ho dovuto riverniciare perché era presente una colatura di benzina che ha irrimediabilmente macchiato il contorno del tappo di rifornimento (le decal del serbatoio fortunatamente sono originali dell’epoca fondo di magazzino). 

 

A mano a mano che sistemavo e pulivo pezzi iniziavo ad allestire “lo scheletro” partendo dal telaio, cuscinetti di sterzo, i freni il rubinetto benzina a depressore, motore. Una delle pazzie che non avevo considerato è stata quella del raddrizzare le alette del radiatore una ad una… penso di averci messo almeno 4 ore e dato che c’ero, ho rifatto anche i convogliatori d’aria che sicuramente erano presenti ai lati del radiatore in quanto era evidente la traccia di colla residua di “qualcosa” che col tempo si è staccato. Una verniciata di nero e via.

Ho sostituito tutte le parti in gomma presenti, dai paraoli ai parapolvere sia del motore, della forcella e del leveraggio SoftDamp del mono, tubi freno in treccia, ovviamente pneumatici. Forcella revisionata e mono. Ho avuto la fortuna di trovare i cerchi in discrete condizioni, quindi questi piccoli particolari mi hanno permesso di mantenere un “legame” alla conservazione della moto senza stravolgere le condizioni generali già abbastanza buone. Ho controllato tutti i segni distintivi delle fusioni e verificato che tutto fosse costruito nel ’90 (la moto è immatricolata il 4 gennaio 1991 quindi ha pezzi solo del 1990). 

Non ho tenuto il conto delle ore passate in garage la sera quando potevo ma nel giro di 4 mesi la moto era in piedi sulle sue ruote.

 

Da lì alla prima accensione è stato molto veloce perché verificato che l’impianto elettrico era in ordine, rimaneva solo da montare le carene e girare la chiave. Tutta la manodopera quindi l’ho eseguita seguendo il manuale di officina tranne il motore che ho commissionato ad un meccanico professionista, la revisione del mono e la verniciatura del serbatoio e telaietto sottosella. 

E’ stata un’avventura non economica sicuramente, ma mi ha formato e insegnato che per ottenere un buon risultato non bisogna scendere a compromessi, altrimenti l’insieme del restauro è rovinato.

 

 

Carloncini Daniele – Fano (Pesaro Urbino).