La ciclistica

Il telaio

La tipologia di struttura, diffusasi nelle competizioni a partire dagli anni '80 e ancora attuale, è a doppio trave laterale discendente. Più nello specifico è un complesso "a diamante" o a motore appeso, ossia totalmente privo di una culla inferiore.

 

La struttura è composta da due travi in estruso di alluminio con due nervaure logitudinali di irrigidimento e da cannotto e piastre ottenute per fusione. Si nota nettamente la differenza in quanto i travi hanno un effetto spazzolato e sono protetti da anodizzazione, mentre le altre parti sono opache e più porose.

 

Il disegno del telaio è fortemente ispirato dal telaio della Honda VFR 750 R (RC30) e viene costruito con un processo di saldatura robotizzato che nel 1990 era all'avanguardia. Questo tipo di telaio a volte viene definito erroneamente come "deltabox", ossia con il nome commerciale che Yamaha ha introdotto per i telai scatolati a sezione e spessore differenziato della lamiera e con parti ricavate per fusione, ma la tecnica realizzativa è differente.

 

Si noti che per le mito il foro di passaggio del tubo dell'impianto di raffreddamento sul trave sinistro ha l'asola con una saldatura a vista, mentre sui telai successivi vi è un gommino ovale di protezione.

 

Una curiosità: i telai delle mito del 1994, che siano della Kocinsky replica o della Evolution of a mith potrebbero avere numerio bassi di produzione o non avere l'asola con il gommino perchè vennero in parte assemblate per ridurre i ricambi presenti nel magazzino Cagiva.

 

Come già indicato nelle sezioni relative ai modelli/anno al momento non è possibile risalire con il numero di telaio alla versione e colorazione corrispondente, ma vi sono alcune azioni e ricerche in corso che potrebbero, almeno per i modelli a tiratura limitata o numerati, superare questo ostacolo.

 

Qui sotto trovate a sinistra la mito fari tondi e a destra la Honda VFR750R (RC30).

 




Il forcellone

Il forcellone pressofuso è prodotto da Grimeca è identico su tutte le mito, salvo il colore: grigio metallizzato (stesso colore delle pedane) o nero. Inoltre a seconda delle versioni vi sono applicati diversi adesivi. Il forcellone in alluminio pressofuso ha delle nervature di rinforzo ed ha un braccio a boomerang che permette di adottare una espansione rettilinea.

 

Il primo forcellone pressofuso è stato prodotto da Grimeca per la Gilera MX1 e rappresentò nel 1988 una novità di portata mondiale. Questa tecnica oggi è estesa alla realizzazione di interi telai e forcelloni in grande serie anche su maxi ipersportive.

La forcella

La forcella della mito esiste in differenti versioni:

1. mito base con forcella Marzocchi tradizionale e precarico regolabile

Le forcelle Mitofaritondi del 1990 e 1991 sono delle Marzocchi da 38 mm con 123 mm di corsa, dotate di doppio sistema ammortizzante a singolo effetto e da due coppie di molle, dove una coppia é posta sotto i due pompanti, per ridurre/evitare che l'estensione completa sia violenta e danneggi la forcella, mentre le altre due sono poste sopra ai pompanti e fungono da sospensione. Queste ultime due molle sono del tipo progressivo. Queste forcelle hanno la regolazione del precarico tramite i registri posti sopra i tappi degli steli.

 

Si noti che le mito base hanno molle e spessori differenti rispetto alla Racing91, Lawson 91 e Mini Moke.

 

Lo stelo destro ha funzione idraulica in estensione, ottenuta grazie a un pompante a tenuta stagna trattenuto da un tubo forato agganciato al fodero e da una valvola unidirezionale posta sullo stelo. Partendo dalla posizione completamente compressa ed estendendola, la valvola dello stelo fino a quando non supera il foro del cilindro non ha effetto; superato il foro si ha la funzione ammortizzante: il pompante evita che ci siano tra filamenti, mentre la valvola riduce il passaggio dell'olio effettuando l'azione ammortizzante stessa. Partendo da posizione completamente estesa e comprimendo la forcella la valvola annulla il suo effetto e lascia scorrere liberamente l'olio che può anche fuoriuscire dal foro dello stelo finendo sopra al pompante.

 

Lo stelo sinistro ha funzione ammortizzante in compressione ottenuta grazie ad un cilindro conico (munito di pompante non stagno) agganciato al fodero e dallo speciale profilo inferiore dello stelo. Partendo da una posizione completamente estesa e comprimendo, il profilo dello stelo insieme al cilindro conico del fodero determinano il foro di passaggio, permettendo di variare la funzione ammortizzante e assumendo una funzione anti-affondamento. Partendo dalla massima compressione ed estendendo la forcella l'olio che é contenuto nella parte superiore al profilo trafila sia sopra il pompante non stagno che verso la parte inferiore senza nessuna funzione.

 2. mito 2 con forcella USD con foderi dorati con una sola molla

Sempre prodotte da Marzocchi hanno diametro degli steli di 40 mm e 120 mm di corsa e non hanno nessun tipo di regolazione. Sono dotate di tre molle: una coppia è posta sotto i due pompanti per ridurre/evitare che l'estensione completa sia violenta e danneggi la forcella, mentre la terza si trova nello stelo di destra, sigillata dentro la cartuccia e funge da sospensione; questa molla è del tipo progressivo. Lo stelo sinistro ha funzione idraulica sia in estensione che compressione.

3. mito 2 SP con forcella esteriormente quasi identica a quello delle mito 2, ma con una molla per stelo e differente idraulica. Inoltre il tappo superiore del fodero ha due forellini che le forcelle base non hanno.

 

L'olio delle forcelle Mito ha gradazione SAE 7,5. Per quanto riguarda le quantità e i livelli questi differiscono a seconda delle forcelle:

  1. forcella a steli tradizionali 280cc per stelo (150 mm aria libera)
  2. forcella rovesciata 420 cc per stelo (60 mm aria libera)

Per la rimozione dell'olio della forcella a steli tradizionali è sufficiente svitare i tappi superiori dopo aver svitato la vite che tiene i foderi bloccati nella piastra superiore e svitare la vite di spurgo posta nella parte posteriore del fodero. Avendo ogni gambale una funzione ammortizzante diversa si può utilizzare olio di viscosità differente in modo da poter regolare diversamente l'ammortizzatore di compressione da quello dell'estensione. In diversi consigliano 5W a destra (estensione) e 7,5 a sinistra (compressione).

 

Per sostituire l'olio nelle forcelle USD della mito 2 è necessario e capovolgerle dopo aver tolto il tappo superiore.

 

Si ricorda che misura della quantità d'aria libera va effettuata con le forcelle a fondo corsa senza la presenza delle molle e dei suoi spessori, misurando dal livello dell'olio fino al bordo superiore della forcella. Sul manuale d'officina si trova la procedura passo-passo.

 

I paraolio della forcella tradizionale hanno misura 50-38-7,5, ma sono compatibili anche i 50-38-7,5/10). In alternativa ai ricambi originali della Marzocchi è possibile utilizzare 2 kit SKF KITG-38P codice ricambio 10008698152 (ogni kit contiene 1 paraolio e 1 parapolvere).

 

I paraolio delle forcelle rovesciate hanno misure 52-40-10 e in alternativa dei ricambi originali della Marzocchi è possibile utilizzare 2 kit SKF KITG-40M(ogni kit contiene 1 paraolio e 1 parapolvere).

Il monoammortizzatore

La faritondi ha impiegato questi componenti:

  1. Marzocchi PBS codice 800060671, di tipo oleopneumatico monotubo, riconoscibile per via della vite di carico del gas e sigillato (il cilindro esterno si ripiega all'interno bloccando il piattello di chiusura), non revisionabile se non tramite lavorazioni/modifiche o tramite ditte specializzate;
  2. Sachs Boge codice 800072152 utilizzato sulla Mito 2, di tipo oleopneumatico monotubo, non revisionabile, pur non essendo sigillato non ha un sistema di ricarica del gas pertanto non é revisionabile se non tramite lavorazioni/modifiche o tramite ditte specializzate
  3. La Mito versione SP dal '92 al '96 ha adoperato l'ammortizzatore, il G.C.B. (Gazzaniga, Ceriani e Bianchi) 800073143 dotato di regolazione del precarico, del freno idraulico sia in compressione che in estensione; questo ammortizzatore è oleopneumatico monotubo con serbatoio esterno ed è revisionabile senza modifiche.

Il tampone in gomma sullo stelo è un finecorsa che assorbe i colpi più duri. Gli ammortizzatori Marzocchi e Sachs Boge sono regolabili nel precarico tramite ghiera che è azionabile tramite l'apposito attrezzo contenuto nella trousse. Nelle riviste si indicava per la mito Racing 1991, quindi anche per la Lawson 1991, un ammortizzatore con una taratura diversa dalla base, ma al momento non si hanno evidenze.

L'ammortizzatore di sterzo

Le uniche faritondi con ammortizzatore di sterzo sono la Mini Moke e le Racing 1992 e 1993, Il collegamento al telaio avviene grazie a uno snodo filettato che viene avvitato in un apposito foro sul telaio stesso.

I freni

La mito faritondi prima serie utilizza una pompa anteriore Brembo PS 12 nera con pistone da 12mm che aziona una pinza Brembo SL2 28B di tipo flottante a due pistoncini color oro. Questa pinza è monoblocco double bridge e garantisce un'elevata rigidità strutturale. Vengono impiegate due viti per guidare la pastiglia.

 

La mito 2 monta una pompa anteriore Brembo PS 13 nera con pistoncino da 13mm che aziona una pinza Brembo P4 30/34 di tipo fisso a 4 pistoncini contrapposti e differenziati (2 sono da 34 mm e 2 da 30 mm di diametro). I due pezzi della pinza sono accoppiati mediante 4 viti. Per tenere ferme le pastiglie si impiega un perno centrale e una molletta posta tra perno e pastiglie

 

La pompa posteriore è in ongni caso una Brembo PS 13 B Nera con pistoncino da 13mm, unico pistoncino e composta da due gusci accoppiati mediante due viti. Anche in questo caso per tenere ferme le pastiglie, utilizzano un perno centrale e una molletta posta tra perno e pastiglie stesse.

 

Il disco anteriore Brembo è identico per tutte le faritondi ed è lo stesso montato su diverse Ducati e sulle aprilia rs dal 1992 al 1994. La pista è in acciaio INOX e la flangia è in acciaio verniciato color oro. Solo le versioni Mini Moke e Racing 92 e 93 sono dotate di pista separabile grazie ai nottolini scomponibili. Il diametro esterno è di 320 mm e lo spessore di 4 mm. Non è più disponibile come ricambio nuovo.

 

Il disco poteriore, sempre in INOX, è di produzione Grimeca, codice DR119, ha diametro nominale di 120mm e spessore di 4mm.

 

E' possibile farsi realizzare la pista frenante al taglio laser o in alternativa tramite una fresa CNC, utilizzando lastre rettificate d'acciaio AISI 420 (acciaio inox martensitico) ed eventualmente farlo anche trattare termicamente (tempra e rinvenimento).

I cerchi e le gomme

I cerchi della mito faritondi sono in lega leggera e prodotti dalla Grimeca. Il diametro è di 17" e il canale da 2,75" all'anteriore e 4" al posteriore. Il cerchio anteriore della Mito 2 ha un foro e dei cuscinetti diversi, pertanto non è perfettamente intercambiabile con quello della serie precedente, ma solo con quello delle serie successive.

 

Solo sulle versioni racing della mito 2 vengono impiegati dei cerchi Marchesini a razze cave in lega leggera di alluminio. Il rispario di peso è di circa 400 grammi all'anteriore e 600 al posteriore. Il canale è da 2,75" davanti e da 3,3" dietro.

 

Counemente le mito faritondi montano gomme 110/70-17 e 150/60-17 radiali, ma nel 1990 e all'inizio del 1991 le misure erano leggermente più stretti e le gomme tradizionali. Si passò dalle Pirelli MT75 tradizionali alle Michelin TX11-23 e alle Pirelli MP7.