mito Lawson Replica 91 (mito 7)

La mito Lawson Replica venne presentata certamente alla stampa come "mito 7" nel settembre 1991 per poi vedersi nuovamente al Salone di Milano nel novembre ‘91. Motosprint pubblicò l'anteprima proprio sul numero 41 del 9/15 ottobre 1991 e proprio da ottobre venne introdotta a listino, ma qui con denominazione mito Lawson replica. Nelle prime foto la moto monta la fascetta senza fori e anche gli specchi rossi. Non è un modello del 1992 come ritenuto, sbagliando, da alcuni e  non è strano trovare un esemplare immatricolato proprio nel novembre del 1991, anche se usualmente sono immatricolate partendo da Gennaio 1992.

 

Le ricerche svolte segnalano che alcune moto con telaio con numero fino a circa 12995 hanno certificato di conformità (termine di data di produzione) dei primi di ottobre del 1991. Il numero di telaio si aggira tra l'11990 e il 13150 circa, il motore ha numero seriale che inizia con 1 e anche i cerchi e diversi particolari hanno marcature con l'anno di produzione 91. In totale ne sono state costruite circa 1100 unità. Il numero motore deve essere compreso tra BG9105200 e BG9106650 circa. A numero di telaio più alto corrisponde numero più alto, altrimenti la moto è stata verosimilmente rimonata con un motore di range corretto, ma non era il suo d'origine.

 

Altro nota particolare non noto ai più: le ultime Lawson replica prodotte avevano già l'asola sulla trave sinistra con profilo in gomma come le successive mito 2.

 

Pur essendo derivata dalla mito Racing la Lawson Replica merita una distinzione perché la differenza rispetto agli altri modelli non è dovuta alla livrea o a una targhetta numerata, ma ad alcune peculiarità che non la rendono una semplice variante, ma un modello a sé stante. I motivi sono i seguenti:

  • è la prima Cagiva stradale con grafiche replica delle cagiva da GP
  • rappresenta un momento storico particolare per il marchio e per certi versi la "summa" dell'esperienza cagiva nelle corse su pista nel vecchio e glorioso circus in cui si correva ancora con moto due tempi e con ancora le tradizionali tabelle portanumero gialle che le distinguevano dalle 250, verdi, e dalle 125, nere
  • è la sola faritondi dotata di un contagiri dedicato con sfondo bianco e lancetta nera
  • è dotata di un silenziatore specifico in alluminio a scarico diretto e rivestito in fibra di carbonio ed è la prima cagiva ad adottare questa soluzione (le SP nel 1991 erano costrette dal regolamento al silenziatore in alluminio).

Fascetta e relativa staffetta si trovano perfettamente replicate, ma il contagiri non è di facile reperibilità, mentre il silenziatore originale è rarissimo. 

 

In relazione al primo punto occorre aprire una breve parentesi storica. Cagiva negli anni '90 era l'unico costruttore industriale non Giapponese a presentarsi alla griglia della GP500. Il Presidente Claudio Castiglioni aveva il pallino delle corse e il gruppo era gestito con questo obiettivo primario: vedere una rossa competitiva. Dopo una esperienza non molto felice con Randy Mamola, che correva nel 1989 con la moto che ispirò la faritondi (C589), nel 1990 Castiglioni annuncia il ritiro dai GP per l'anno seguente. Succede però l'impensabile. Il quattro volte campione del mondo Eddie Lawson ormai appagato dai successi ottenuti accetta di rimettersi in gioco e accetta di diventare il top rider Cagiva: il sogno di Castiglioni si avvera! Per il 1991 si fanno investimenti ancora più consistenti, si assumono tecnici di ancor più alto profilo con l'obiettivo di portare "la rossa" sul podio. I podi arrivano e anche i piazzamenti sono decisamente migliori che in precedenza:  il 19 maggio al GP d'Italia e 21 luglio al GP di Francia Cagiva e Lawson arrivano al gradino più basso del podio. Il binomio Cagiva-Lawson infiamma gli appassionati e a fine anno si piazza sesto nella classifica piloti. L'apice viene raggiunto il 12 luglio 1992 al GP d'Ungheria con la prima vittoria della casa italiana nel mondiale, l'ultima della carriera del pilota, che viene però concluso al nono posto della classifica piloti. Ecco spiegata l'importanza della prima replica Lawson come testimonianza storica: fu un momento magico che si concluse nel 1994 quando Cagiva ritornò sul podio e concluse terza il mondiale con John Kocinski.

 

Ovviamente restano le altre parti specifiche della cagiva mito racing del 1991 quali espansione, cilindro, primaria a denti dritti (ma va fatto un discorso a parte a riguardo), pacco lamellare con petali in fibra di carbonio, forcella con interni diversi dalle versioni base (anche se nella realtà e come per la Racing '91 spesso questo non si riscontra), valvola e boccola di scarico. La testa è quella nera della racing 1991 senza codici su alcune primissime Lawson costruite a ottobre 1991, mentre era la 200C grigia sulle successive. Il colore della testa coincide con il colore della guaina della centralina, quindi anche con il numero di giri di apertura della valvola. va comunque segnalato che a causa di un richiamo vennero sostituite molte centraline guaina nera con quella grigia.

 

Le mito Lawson hanno la fascetta silenziatore forellata come sulle Cagiva C12SP, ma di diametro inferiore, anche se nel depliant era presente un componente privo di aperture identico a quello poi utilizzato dal 1993 sui silenziatori in carbonio della mito 2.

 

Si tenga comunque presente che su alcune riviste vi erano riportati errori quali, appunto, la presenza della targhetta numerata, il motore della versione base o la dimensione del carburatore. Su altre appariva col contagiri nero, ma dalla targa si riesce a capire che non è altro che la racing 1991 già usata per altre prove con i componenti estetici della Lawson Replica. Solo la verifica di diversi esemplari rimasti ha permesso di avere un quadro chiaro come quello riportato in questo sito.

 

 

 

Il colore della moto è il tipico rosso Cagiva usato sulle moto da competizione. Nella galleria qui sopra si vedono le moto usate nel 1991 dai piloti cagiva nel paddock per gli spostamenti, che hanno sicuramente ispirato la versione Lawson Replica.

 

Il prezzo a listino è esattamente identico a quello alla mito racing dal quale deriva. E', per data di presentazione, l'ultima faritondi della prima serie con la forcella tradizionale.

 

Una curiosa coincidenza riguarda il numero di Lawson: la mito e la precedente C12 hanno la peculiarità tecnica del cambio a sette marce, il famigerato "seven speed". Il numero di gara del 1991 di Lawson era il 7 perchè aveva concluso settimo il mondiale del 1990 con la Yamaha. Nel 1992 la moto da GP perde la tabella gialla, ma mantiene il numero 7 che ispirerà la mito Lawson del 1993.

 

La Lawson prima serie è inserit anche, insieme ad alcune altre colorazioni, nel gioco RIDE (con forcella della mito 2...)